mercoledì 27 novembre 2024

 L’inverno resta senza neve

 

... Uno studio pubblicato su Nature ricorda che l’Artico si surriscalda quattro volte più rapidamente del resto della Terra. La stessa accelerazione investe tutte le terre estreme in alta quota. Anche sulle Alpi, dove gli impianti da sci stanno per inaugurare la stagione, per ora la neve naturale e il freddo scarseggiano. Solo in alcune località di Francia e Svizzera, sopra i 2500 metri, i fiocchi  hanno permesso le prime discese.Lo spettro del caldo, a quote inferiori, frena perfino la produzione di neve programmata: inutile e costoso consumare acqua per imbiancare i caroselli, con la prospettiva di assistere allo scioglimento del manto sparato sui tracciati.
 
Patagonia 1998

L’allarme inverno non risparmia le più iconiche regioni di montagna. Uno studio pubblicato su Scientific Reports avverte che rischiano di scomparire presto anche i ghiacciai della Patagonia, nel Sud dell’Argentina. In 4500 degli ultimi 6 mila anni, pari al 76% del tempo, sono state le precipitazioni nevose a determinare ritiro e avanzata dei loro fronti. L’arretramento ormai è costante e a innescarlo è il caldo. Solo se il riscaldamento del clima non superasse 1,5 gradi nel prossimo secolo, la neve invernale potrebbe conservare il ghiaccio: le temperature invece in Patagonia, nei prossimi cinque decenni, sono
stimate in aumento di 2,8 gradi.

In agonia è la stessa catena himalayana. Tra Pakistan, Nepal, India e Cina il ghiaccio è ormai confinato poco sotto quota 6 mila metri. I nevai dei 14 Ottomila, anche in queste settimane, si sciolgono con una rapidità che i climatologi asiatici definiscono «spaventosa». La fusione fa esondare torrenti e fiumi a centinaia di chilometri di distanza dalle morene: decine di laghi sono a un passo dal tracimare. Città e villaggi, a valle dei bacini in piena, vivono nell’incubo quotidiano di essere evacuati, o spostati per
sempre.
Pakistan, Nagna Parbat 2001

Dopo l’Africa anche l’intera Asia, dove la vita dipende dai ghiacciai e dalla neve che i monsoni accumulano sull’Himalaya, distribuendola nelle campagne durante i mesi secchi, fronteggia le prime migrazioni interne innescate dal clima sconvolto. 

In Europa il cronico ritardo del freddo e l’imprevedibilità della neve impongono un nuovo modello economico, turistico e sportivo. Nella Lapponia senza fiocchi le renne di Babbo Natale possono volare, sulle Alpi i turisti, prima ancora dell’inverno, non si rassegnano a fare a meno di sciare.


Da "La repubblica" - 27/11/2024
Foto di G. Scotto di Clemente

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