sabato 26 dicembre 2015

Di sicuro c’è solo che i 193 paesi....

 

...." partecipanti (alla conferenza di Parigi sul clima, COP21, conclusasi lo scorso 11 dicembre) hanno riconosciuto la natura antropica della crescita della temperatura del globo: il cui incremento, oggi di quasi un grado, va tenuto sotto due gradi o, meglio ancora, sotto 1,5 °C, se si vogliono evitare effetti irreversibili. 
(...)  
Un accordo andava raggiunto a tutti i costi e infatti è stato trovato, ma solo su dichiarazioni di principio, che hanno consentito a governi e media, ma anche a diversi ambientalisti, di cantar vittoria, passando sotto silenzio che, per stare sotto 2 °C, il picco delle emissioni di gas serra deve essere raggiunto entro il 2030 e addirittura entro il 2020 per tenersi sotto il più tranquillizzante grado e mezzo. Peccato che in un «accordo che vale per un secolo», come si è affrettato a dichiarare Hollande, gli impegni di riduzione delle emissioni al 2030, autonomamente presi dalla maggioranza dei paesi presenti a Parigi, porterebbero comunque a una crescita di almeno 2,7 °C e in proposito non solo l’accordo raggiunto si limita a dire che il «carbon peaking» va raggiunto nel minor tempo possibile, ma addirittura «dimentica» di indicare con quali strumenti raggiungerlo. 

Perfino gli impegni volontariamente assunti dai singoli paesi non sono vincolanti. D’altronde non si saprebbe come controllarne gli esiti in modo credibile, visto che i singoli paesi rendiconteranno autonomamente i risultati acquisiti, senza nemmeno l’obbligo di effettuare le misure secondo standard concordati: l’adozione di linee guida e standard comuni è infatti rinviata a un futuro incontro, da tenersi a data imprecisata.
Il 2020 è domani, anche il 2030 è dietro l’angolo, eppure la prima verifica formale dei risultati acquisiti dai singoli paesi avverrà soltanto nel 2023 e le successive a distanza di cinque anni, ma i risultati delle verifiche serviranno solo a «informare» i singoli paesi, affinché decidano in modo autonomo le modifiche dei loro programmi. È vero, l’accordo auspica che nel frattempo si raggiungano intese più impegnative e vincolanti ma, visto l’andazzo, è forte il rischio che ci si arrivi a babbo morto. 
(...)
La più efficace sintesi della conferenza l’hanno fornita George Monbiot sul Guardian («I risultati di Parigi sono i migliori che abbiamo conseguito finora. E questo è un terribile atto d’accusa») e Laurence Tubiana, membro della delegazione francese («Il cambiamento climatico riguarda gli ecosistemi. I negoziati sul cambiamento climatico riguardano gli ego-sistemi»). "
 
Fonte: G.B. Zorzoli -


Calotta glaciale TransAntartica



 

venerdì 20 novembre 2015

Il mar Mediterraneo e i ghiacchi dell'Antartide

 

La crisi di salinità del Messiniano (MSC Messinian Salinity Crisis)
è stato un evento del tardo Neogene durante il quale il Mar Mediterraneo evaporò. Le sue cause rimangono irrisolte: restrizioni tettoniche sull'Oceano Atlantico o glacio-eustatiche restrizioni del flusso durante momenti in cui il livello del mare era sceso, o una miscela dei due meccanismi, proposti.
Mediterraneo "secco" (Author: Roger Pibernat)- originale

Attraverso l'analisi della carota di Andrill e di altri 60 sondaggi gli autori dell'articolo presentano la prima evidenza diretta della espansione della calotta antartica nel momento della comparsa del MSC utilizzando la presenza dell'isotopo O 18 per creare un modello delle variazioni del livello del mare.

Successioni sedimentarie antartiche indicano una espansione del calotta antartica circa 6mA (6 milioni di anni fa) coincidente con la maggiore essiccazione del MSC
I risultati mostrati dagli autori correlano gli eventi del MSC (dissecazione e riempimento) con le variazioni del livello del mare causate dall'espansione-ritiro della calotta glaciale antartica.

Tratto da:
Antarctic glacio-eustatic contributions to late Miocene Mediterranean desiccation and reflooding
di C. Ohneiser, F. Florindo e altri.
In Nature Communications, 10/11/2015

martedì 27 ottobre 2015

Da Euronews... 

 "Che il “paziente antartico” non se la passasse bene lo sapevamo da tempo. La sua lenta agonia, qui al largo del Cile si tocca però con mano. Le pendici brulle rivelano uno scioglimento dei ghiacci, che secondo gli esperti porterà in due secoli a un aumento del livello degli oceani di quasi tre metri e mezzo.
 Osservatorio privilegiato per gli scienziati, l’Isola di Robert fotografa mutamenti che – anche quando meno evidenti – allarmano gli addetti ai lavori come il britannico Peter Convey del British Antarctic Survey.
 “Il 97% della penisola antartica è ancora coperto dal ghiaccio – dice -. Non si scioglierà tutto da un giorno all’altro. Basta però che a scomparire ne sia soltanto una piccola parte, per contribuire all’innalzamento del livello delle acque degli oceani”.
 Il surriscaldamento delle acque porta allo scioglimento dei ghiacci in superficie, che finiscono per cedere terreno anche sulla terra ferma.
 Nei campioni che qui raccoglie da ormai 20 anni, la biologa cilena Angela Casanova legge i segnali di un cambiamento che sta inesorabilmente plasmando non solo i paesaggi, ma anche la flora del posto.
 “Come sappiamo l’Antartico è la zona che ha fatto registrare i più marcati incrementi di temperatura – dice -. Negli ultimi 50 anni si sono riscontrati aumenti nell’ordine dei tre gradi. Riteniamo che queste piante siano efficacissimi indicatori delle variazioni climatiche e del surriscaldamento globale”......"

L'articolo originale



domenica 23 agosto 2015

Antartide con la LIM

Potete leggere e scaricare una unità didattica sull'Antartide da usare con la lavagna interattiva Smartboard, cliccando sull'immagine sottostante.

 


 

mercoledì 3 giugno 2015

Artide - Antartide un ritardo di 200 anni?

Da BBC

Nella carota di ghiaccio lunga 3.405 metro estratta  dal centro dell'Antartide occidentale, i ricercatori hanno documentato 18 eventi climatici improvvisi.
E' la prima volta che i ricercatori sono stati in grado di definire con precisione la tempistica di questi eventi durante l'ultima era glaciale.
"Questa carota ha una risoluzione annuale, il che significa che possiamo vedere le informazioni su ogni anno e tornare indietro di 30 mila anni, e vicino a tale risoluzione tutta la strada fino a 68 mila anni fa", spiega Eric Steig, professore di Scienze della Terra e dello Spazio presso l'Università di Washington , che ha co-scritto l'articolo apparso su Nature.
Confrontando i dati ricavati da questa perforazione del ghiaccio con quelli ricavati da una perforazione dei ghiacci in Groenlandia effettuata nel 1990 che mostravano 
oscillazioni molto brusche e grandi nella temperatura tra 20.000 e 60.000 anni fa, circa.
"I nostri nuovi risultati mostrano in modo inequivocabile che i cambiamenti avvengono in Antartide dopo i bruschi cambiamenti di temperatura in Groenlandia. Si tratta di un grande passo avanti per sapere che la Terra si comporta in questo modo."
La nuova carota antartica aiuta a interpretare anche l'effetto "altalena" tra i poli, il che significa che quando fa caldo in Groenlandia, l'Antartide si sta raffreddando, e viceversa.
"Il fatto che le variazioni di temperatura siano opposti ai due poli suggerisce che ci sia una redistribuzione del calore in corso tra i due emisferi,", ha detto Christo Buizert, autore principale dello studio.
"Noi ancora non sappiamo cosa abbia causato questi cambiamenti climatici nel passato, ma capire il loro calendario ci dà importanti indizi sui meccanismi alla base." Durante i grandi cambiamenti climatici nell'emisfero settentrionale, l'atmosfera e l'oceano trasferiscono il calore in tutto il mondo.
Dall'articolo: "...i nostri risultati dimostrano una direzionalità nord-sud di bruschi segnali climatici che si trasferiscono alle alte latitudini dell'emisfero meridionale attraverso gli oceani piuttosto che attraverso l'atmosfera...bruschi riscaldamenti in Groenlandia portano a raffreddamenti in Antartide con un ritardo di 218 più o meno 92 anni, mentre raffreddamenti in Groenlandia corrispondono a riscaldamenti in Antartide con un ritardo di 208 più o meno 96 anni..."
La differenza di 200 anni nella tempistica è probabilmente dovuto alle correnti marine, all'inerzia termica dell'oceano meridionale e al ruolo complesso della corrente circumpolare antartica.

Da BBC


venerdì 6 marzo 2015

Nove mesi fa....

ancora da Euronews


Una notizia da "riprendere"

da Euronews:


venerdì 2 gennaio 2015

"Frozen crested lizard"

Questi dinosauri furono scoperti in Antartide, vicino al Polo sud assieme ai resti di altri animali, tra cui un "plateosauro", dinosauro primitivo, e un tritilodonte (un lontano antenato dei mammiferi).

L'esemplare fotografato si trova nel museo delle scienze naturali a Bruxelles.

Il nome significa "Lucertola dalla cresta gelata". Quando il Cryolophosaurus viveva, l'Antartide non era ancora congelato, anzi, probabilmente era una terra ricoperta di foreste giurassiche. Era più vicina all'equatore perché ancora attaccata all'Africa. Il clima era però del genere temperato freddo. Nelle aree costiere una grande varietà di animali sopravvisse perché la temperatura non scendeva mai sotto 0º. Questo spiega perché abbia "cryo" nel suo nome scientifico, che ovviamente non riguarda le condizioni in cui è stato trovato.