mercoledì 6 dicembre 2023

 Attivismo globale in camice bianco, ora si ribellano anche gli scienziati

 

Da "Il Manifesto" - 6/12/2023
 
...Mentre a Dubai si incontrano i capi di stato, leader internazionali e numerosissimi lobbisti
dell’industria fossile, in giro per il mondo va in scena la rivolta degli scienziati.
Dall’inizio della Cop 28 centinaia di ricercatori del movimento Scientist Rebellion danno vita
a azioni di disobbedienza civile e manifestazioni per denunciare l’inerzia nella lotta al
cambiamento climatico.


Gli scienziati hanno bloccato un carico di carbone in Olanda. A Stoccolma, il palazzo del
governo è stato ricoperto dalle pagine degli studi che documentano il global warming.
Occupato l’ufficio del Parlamento europeo di Barcellona. I camici bianchi hanno protestato
anche in Messico, Ecuador, Svizzera, Ruanda, Kenya e altrove.
Le ragioni della campagna stanno in una lettera aperta firmata da 1400 scienziati. Tra loro,
anche una trentina di membri dell’International Panel on Climate Change, l’organismo
incaricato dall’Onu di documentare periodicamente l’impatto globale del cambiamento
climatico.
Se adesso anche loro chiamano all’azione diretta, significa che l’inazione dei governi ha
esaurito il tempo a disposizione.
«Nessun Paese ha messo in campo interventi in grado di frenare il riscaldamento a 1,5 °C
come auspicato nell’accordo di Parigi» scrivono gli scienziati ribelli. «I paesi ad alto reddito
e a maggiori emissioni continuano a autorizzare nuovi giacimenti di gas e petrolio, a
finanziare i combustibili fossili con miliardi di dollari ogni anno, e a perseguire pratiche
agricole distruttive. I paesi ricchi, i maggiori responsabili della crisi, sostengono di avere
ancora decenni di tempo per decarbonizzarsi, mentre i paesi poveri sopportano il grosso
dell’impatto senza alcun indennizzo o aiuto».
 
 
La prima Cop si svolse nel 1992, ricorda Marthe Wens, esperta di rischio idrogeologico
all’università di Amsterdam e portavoce di Scientist Rebellion. «Eppure – dice – da allora le emissioni sono cresciute del 60% con impatti devastanti. I politici ci hanno tradito».
...Se vogliamo un futuro vivibile, l’attivismo climatico non può più essere delegato ad altri». Non ci sono alternative all’attivismo in prima persona, concorda un altro esponente del movimento,
professore di economia all’università di Quito (Ecuador) Jorge Enrique Ferrero. «Nessun
altro potrà salvarci: né una tecnologia magica né un partito politico».

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