mercoledì 2 agosto 2023

 Salvini nega lo scioglimento dei ghiacciai L'esperta: "Sconcerto per la sua ignoranza"

 

Da "La Stampa" - 02/08/23
 
«Se il ministro Salvini fosse stato mio allievo, per quell'affermazione sui "cicli" dei ghiacciai si sarebbe beccato un bel 3». Vanda Bonardo, presidente Cipra (Commissione internazionale protezione Alpi), coordinatrice della "Carovana dei Ghiacciai" (campagna di Legambiente e del CGI – Comitato Glaciologico Italiano) ed ex professoressa, esprime «sconcerto» per «l'ignoranza scientifica espressa dal ministro». Il riferimento è alla frase di Matteo Salvini: «Se studi un po' di storia, vedi che sono cicli. Non è che Capezzone sgasa in auto e il ghiacciaio dell'Adamello arretra». Secondo Bonardo, le affermazioni del ministro sono un espediente per non dover riconoscere il problema «e quindi non affrontarlo, perché
si tratta di qualcosa di molto serio e complesso la cui soluzione non è affatto facile». 
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uno studio che – in particolare – stima una completa sparizione di quello dell'Adamello (Bs) entro la fine del secolo. E non è l'unico a rischio, in Italia. Qualcuno ha una "data di scadenza" ancora più ravvicinata. «Attualmente – spiega Bonardo – ce ne sono circa 900 nel nostro Paese. La maggior parte concentrata nelle Alpi settentrionali. Quelli delle Alpi meridionali sono quasi del tutto spariti o ridotti a
fazzoletti di ghiaccio». Il rapporto stilato dal CGI fotografa una situazione drammatica: entro il 2050, cioè in poco più di 25 anni, i ghiacciai sotto i 3.500 metri di altitudine spariranno del tutto. «La Marmolada, che rientra tra questi, potrebbe scomparire entro 15 anni o anche meno», spiega ancora Bonardo. Quanto a quelli sopra i 3. 500 metri – come il Monte Bianco o l'Adamello per esempio – il destino da qui al 2100 dipenderà dal comportamento dell'uomo: «Ci sono possibilità che se ne salvi il 30%, ma questo vorrebbe dire trovare soluzioni rapidamente. Ma siccome siamo molto lontani da ciò, il rischio è che entro la fine del secolo spariscano quasi del tutto. Questo vuol dire la catastrofe. Ecco
perché le recenti previsioni sull'Adamello sono credibili».
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Ghiacciaio del Mnadrone - luglio 2020

 
L'impennata delle temperature, specie negli ultimi anni a causa del riscaldamento globale, sta rendendo sempre più rapido il fenomeno della fusione glaciale: «Le accelerazioni aumentano anno in anno e questo preoccupa perché si ha sempre meno tempo per agire». Sul ghiacciaio di Lares, versante trentino
dell'Adamello, per esempio, si è registrato un arretramento di 600 metri rispetto al 2021, mentre quello del Mandrone, sempre sull'Adamello, ha perso 139 metri per la sola fusione del ghiaccio. I segnali sono inequivocabili: il colore della neve sporco, poiché è più visibile la roccia sottostante, l'aumento di crepacci e caldere (zone collassate nel ghiaccio), i rivoli d'acqua fino che diventano «emorragie», come le chiama Bonardo e le finestre di roccia sempre più ampie. Più roccia esposta vuol dire meno effetto Albedo: quando c'è neve o ghiaccio, la luce del sole viene riflessa. La roccia esposta, invece, assorbe il calore e riscalda anche il ghiacciaio provocando una fusione più rapida...

Foto: G. Scotto di Clemente

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