mercoledì 4 gennaio 2023

 La strada è quella giusta, ma ora cambiate obiettivi

 

 Luca Mercalli - Il Fatto quotidiano, 04/01/23

Primo Levi, chimico delle vernici, ne disapprovava l’uso per imbrattare i muri. ...Ma il grande chimico tollerava l’uso della vernice per un grido d’aiuto: scrive in Lilit e altri racconti “Si possono immaginare, anzi, esistono senza dubbio, stati d’animo individuali o collettivi davanti a cui ogni giudizio sul lecito e l’illecito deve restare sospeso, ma questo vale appunto, per condizioni estreme, tempestose,
extraordinarie: allora tutte le regole vengono travolte, e non solo si scrive sui muri, ma si fanno le barricate”.
E quello dei giovani che protestano contro la mancanza di una convincente azione contro la
crisi climatica è un urlo di dolore, non una sterile esibizione come i graffiti che lordano le carrozze dei nostri treni procurando un serio deterioramento di beni pubblici e un costo sociale.
Personalmente non condivido il metodo imbratta tele o imbratta muri: azioni internazionali ideate per attirare l’attenzione sul rischio climatico non hanno sortito i risultati sperati.
La società non ha preso con empatia questi gesti contro l’arte – sia pur effettuati con materiali lavabili e con vetri di protezione – e li ha condannati. Invece che far emergere il tema dell’urgenza della transizione ecologica questi atti hanno generato avversione e antipatia, nonché l’attribuzione ai responsabili della qualifica di ecoterroristi, francamente esagerata.
Al netto del metodo poco efficace e poco condivisibile resta però l’importanza del messaggio
sotteso: la crisi climatica è drammaticamente grave e reale, incalza ogni giorno di più tra l’indifferenza generale. Non è catastrofismo ma avvertimento scientificamente robusto, avvalorato dai rapporti dell’organizzazione Meteorologica Mondiale e dagli allarmi accorati dell’ingegner Antonio Guterres, segretario Generale delle Nazioni Unite che ha bollato più volte di lentezza e inefficacia le politiche dei vari governi mondiali e ha usato parole molto dure sul futuro che ci attende, come “O azione collettiva o suicidio collettivo”. La preoccupazione e la protesta dei giovani per il clima è dunque più che giustificata, perché ne va della loro sopravvivenza....

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