giovedì 11 gennaio 2018

La "caccia" alle meteoriti in Antartide

 


«Cerchiamo le meteoriti qui per tre motivi: sono nere e si vedono molto bene sul ghiaccio – spiega Luigi Folco, professore associato di Cosmochimica e Geologia planetaria all’Università di Pisa – il secondo è che l’Antartide è un deserto, arido e freddo, e le preserva quasi intatte anche per un milione di anni, altrove sopravvivono solo per qualche migliaio. Il terzo: solo qui ci sono le “trappole di meteoriti”».

Quando colpiscono la calotta glaciale, «Vengono inglobati dal ghiaccio che li trasporta verso l’oceano – continua Folco – quando trova un ostacolo il flusso viene spinto verso l’alto».
Sarà poi l’erosione del Sole e del vento a riportare alla luce il ghiaccio più antico, dove sono intrappolate le meteoriti. 
«Non usiamo strumenti particolari –racconta Folco – camminiamo distanziati di 20-25 metri. Sul ghiaccio siamo in grado di scorgere una meteorite piccola come una noce anche da quella distanza. Ogni giorno facciamo anche 25 chilometri a piedi senza fermarci, prima di tornare alla base». 

Intervista e immagini da "La Repubblica" de 11 gennaio 2018.






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