Dall'intervista del premio Nobel, Giorgio Parisi
Dal "Il fatto quotidiano" - 28/04/23
Lei si è occupato di climatologia e ha detto che le previsioni, disastrose, degli scienziati
possono essere addirittura ottimistiche. Perché?
Per una ragione semplice, gli scienziati fanno dei modelli accurati che vengono costruiti sulle informazioni che noi abbiamo adesso. Ma se la temperatura aumenta di un grado, come ora, si verificheranno situazioni difficili da predire e che potrebbero essere disastrose.
Ad esempio una grande siccità in Amazzonia, incendi su scala globale, fenomeni che potrebbero aggiungere catastrofi successive.
Tra i giovani che si rendono conto di questo rischio ci sono quelli di “Ultima generazione” che imbrattano con vernice solubile i monumenti. Che ne pensa?
Non condanno ‘Ultima generazione’: rubano loro il futuro Io personalmente non lo farei, ma non mi sento di condannarli perché sono persone che sentono il peso di un futuro che viene loro rubato.
Ma imbrattare i monumenti attira anche gli odi di tante persone.
Infatti, devono decidere loro cosa fare. Ma è un comportamento che si può comprendere, non ne sono scandalizzato.
La politica è impotente sul cambiamento climatico oppure non ne ha alcun interesse?
La politica, in Paesi come l’italia, ha quasi sempre un orizzonte di cinque/dieci anni, per un motivo semplice: i politici sanno che fra cinque o dieci anni è assolutamente improbabile che siano ancora in carica.