Da ottobre a dicembre 2007 come insegnante della scuola Martini/Stefanini di Treviso sono stato in Antartide per collaborare alla spedizione internazionale Andrill. Il progetto Andrill vede protagonisti vari centri di ricerca Italiani (CNR, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, l'Università di Siena), università e centri di ricerca Americani, Neo Zelandesi e Tedeschi. Assieme ai ricercatori, sono presenti sei insegnanti di materie scientifiche.
venerdì 23 dicembre 2022
domenica 18 dicembre 2022
Alla ricerca del ghiaccio perduto
Da "Il Manifesto 15.12.2022"
Intervista: parlano i glaciologi Dorthe Dahl-Jensen e Johannes Oerlemans, vincitori del Premio Balzan per le scienzenaturali 2022.
(...)
Professoressa Dahl-Jensen e professor Oerlemans, perché la paleo-climatologia è così importante? Quali informazioni riuscite a ricavare dall’analisi dei carotaggi dei ghiacciai?
I carotaggi di ghiaccio ci permettono di individuare strati annuali di ghiaccio grazie ai quali possiamo tornare indietro nel tempo, un po’ come studiare gli anelli di accrescimento dei tronchi degli alberi. In Groenlandia siamo arrivati a 150 mila anni fa, in Antartide a 800 mila anni fa con un’analisi di strati di ghiaccio profondi 3,5 km. Questi ci restituiscono molte informazioni: l’entità delle precipitazioni nevose, il verificarsi di eruzioni vulcaniche, la quantità di gas ad effetto serra presenti nelle bolle d’aria intrappolate nel ghiaccio, l’energia solare, e, in alcune zone, sulle Alpi, troviamo anche sedimenti con tracce biologiche, come per esempio pollini o licheni che ci danno informazioni sulle forme di vita.
Le carote di ghiaccio profonde della Groenlandia mostrano che il nostro sistema climatico
ha subito grandi e bruschi cambiamenti nel passato, anche senza l’influenza umana, e questo ci aiuta a capire cosa potrà accadere nel futuro. Per esempio, noi sappiamo che tra 130 mila e 115 mila anni fa, durante l’ultimo periodo interglaciale, chiamato Eemiano, le temperature erano di 5°C più alte rispetto al presente in Groenlandia. Sappiamo inoltre che la calotta polare della Groenlandia aveva perso circa il 20% del suo volume che corrisponde all’innalzamento del livello del mare di 2 metri. Siccome si prevede che nell’Artico si verificherà un riscaldamento simile a quello del periodo Eemiano, dobbiamo fare attenzione.
(...)
Voi studiate anche i flussi di ghiaccio («ice stream»). Cosa sono e perché sono importanti?
Possiamo descrivere un «ice stream» come un’area di ghiaccio che si muove più velocemente di altre nella calotta glaciale. È come un fiume di ghiaccio che si riversa in mare. In Groenlandia ce ne sono ovunque, il più eccezionale è lo Jakobshavn Isbræ che si muove ad una velocità di 16 km all’anno, ed è il più veloce del mondo in questo momento.
Dall’anno 2000 tutti gli ice stream hanno accelerato i loro movimenti, aumentando la quantità di ghiaccio, sottoforma di iceberg, e quindi di acqua dolce che riversano nel mare che ha un impatto sull’innalzamento del livello del mare. Noi crediamo che l’aumento della velocità possa essere causato dal riscaldamento del mare, dall’aumento della superficie dell’acqua di fusione che si infiltra sotto gli ice stream e dall’aumento delle precipitazioni nevose. Tuttavia, non siamo ancora in grado di capire a fondo questo fenomeno. Certo è che l’aumento del flusso di acqua dolce dalla Groenlandia potrebbe causare il collasso della Corrente del Golfo nell’oceano Atlantico, con conseguenze molto importanti sul clima globale.
(...)