"Scrivo i necrologi dei ghiacciai. Muoiono nel silenzio globale"
Da "La Stampa" - 11/09/2025
«Sono diventato il poeta che scrive i necrologi dei ghiacciai». Lo ammette Andri Snær Magnason, scrittore islandese. Nel 2019, insieme a scienziati e attivisti, ha organizzato il funerale del Okjökull, uno dei più celebri d'Islanda, il primo dell'isola a essersi completamente sciolto. La lapide in cima alla montagna è una lettera per il futuro che recita così:
"Questo è un monumento per dimostrare che sapevamo ciò che stava succedendo e ciò che era necessario fare. Solo voi sapete se ce l'abbiamo fatta".
Da quel giorno la stessa targa è stata posta negli ex-ghiacciai di Nepal, Francia, Messico e molti altri
Paesi.
Paesi.
(...) Come era nata l'idea della targa?
«All'epoca, insieme a due antropologi, ci siamo chiesti: abbiamo monumenti per guerre ed eventi epocali; perché non "segnare" anche ciò che perdiamo nel presente? Okjökull (traduzione dall'islandese: il ghiacciaio dell'Ok) era il luogo perfetto già dal nome. Perché l'Ok non era più "ok", nel senso inglese del termine».
Il clima influenza anche il linguaggio?
«Nel caso del Okjökull la natura ha scelto il luogo giusto per farci capire l'emergenza. Ma il cambiamento climatico è più rapido delle nostre capacità di adattarci, anche con la comunicazione. Il nostro Paese rischia lo stesso destino: l'Islanda, in inglese Iceland, senza "Ice" (ghiaccio) che nome avrà?».
«All'epoca, insieme a due antropologi, ci siamo chiesti: abbiamo monumenti per guerre ed eventi epocali; perché non "segnare" anche ciò che perdiamo nel presente? Okjökull (traduzione dall'islandese: il ghiacciaio dell'Ok) era il luogo perfetto già dal nome. Perché l'Ok non era più "ok", nel senso inglese del termine».
Il clima influenza anche il linguaggio?
«Nel caso del Okjökull la natura ha scelto il luogo giusto per farci capire l'emergenza. Ma il cambiamento climatico è più rapido delle nostre capacità di adattarci, anche con la comunicazione. Il nostro Paese rischia lo stesso destino: l'Islanda, in inglese Iceland, senza "Ice" (ghiaccio) che nome avrà?».
(...)L'ultimo epitaffio con le sue parole dove si trova?
«Sul ghiacciaio Yala sull'Himalaya (Nepal), uno dei più studiati, oggi non più considerato ghiacciaio attivo. Rientra tra gli oltre 60.000 che potrebbero scomparire in questo secolo».
«Sul ghiacciaio Yala sull'Himalaya (Nepal), uno dei più studiati, oggi non più considerato ghiacciaio attivo. Rientra tra gli oltre 60.000 che potrebbero scomparire in questo secolo».
Guerre e crisi geopolitiche spostano risorse e attenzione. Come fa a resistere, lei?
«Se fossi un complottista direi che le guerre servono a distrarci dalla lotta al cambiamento climatico. Non lo sono, ma è un dato che molti Paesi oggi spostano risorse su difesa e guerra che sarebbero cruciali per adattamento e transizione energetica. Io ho scelto di continuare il cammino: ero tentato anch'io di scrivere di Palestina o Ucraina, ma se non affrontiamo il clima, quelle guerre saranno
il preludio di conflitti futuri. Serve raccontare chi ce la fa. Non eroi mitici, ma modelli in ogni settore dell'economia. Molti pensano "so qual è il problema, ma cosa posso fare?". Ecco: bisogna mostrare strade concrete». —
«Se fossi un complottista direi che le guerre servono a distrarci dalla lotta al cambiamento climatico. Non lo sono, ma è un dato che molti Paesi oggi spostano risorse su difesa e guerra che sarebbero cruciali per adattamento e transizione energetica. Io ho scelto di continuare il cammino: ero tentato anch'io di scrivere di Palestina o Ucraina, ma se non affrontiamo il clima, quelle guerre saranno
il preludio di conflitti futuri. Serve raccontare chi ce la fa. Non eroi mitici, ma modelli in ogni settore dell'economia. Molti pensano "so qual è il problema, ma cosa posso fare?". Ecco: bisogna mostrare strade concrete». —