giovedì 29 agosto 2024

 L’allarme di Guterres: «L’oceano straripa»

 

Da Il Manifesto - 28/08/24 

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha lanciato un nuovo allarme sulla crisi climatica, riferito in particolare al pericolo rappresentato dall’innalzamento del livello dei mari per le isole del Pacifico.
(...)
Guterres ha preso parola a Nuku’alofa, la capitale di Tonga, nel corso del Pacific Islands Forum, organizzato dai Paesi più colpiti dal fenomeno dell’aumento del livello dei mari, in vista di una sessione speciale dell’Onu che si terrà il mese prossimo. Nel suo intervento il segretario generale ha commentato i dati di alcuni report realizzati dall’Onu con l’Organizzazione meteorologica mondiale, da cui emerge che riscaldamento globale e scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai stanno provocando un peggioramento nell’innalzamento del livello dei mari. In particolare il livello del mare che lambisce Nuku’alofa tra il 1990 e il 2020 risulta aumentato di 21 centimetri, il doppio della media globale di 10 centimetri. Apia, capitale di Samoa, ha visto un aumento di ben 31 centimetri, mentre Suva, capitale delle Figi, ne ha registrati 29. Dati che secondo il segretario generale «mettono le isole del Pacifico in grave pericolo». Guterres ha sottolineato infatti che «circa il 90% della popolazione della regione vive entro 5 chilometri dalle coste».
Come cambiare lo stato delle cose? «Il piano di sopravvivenza per il nostro pianeta è semplice: stabilire una giusta transizione per l’abbandono dei combustibili fossili, responsabili dell’85% delle emissioni di gas serra».

lunedì 12 agosto 2024

 Rare nuvole iridescenti


Gli esploratori antartici della stazione di ricerca Mawson hanno avuto un posto in prima fila per assistere a un raro fenomeno atmosferico - la formazione di spettacolari nuvole polari stratosferiche, note anche come 'nacreous' o 'mother of pearl'. Le nuvole si formano solitamente sopra regioni polari ad altitudini di 15-25 km, durante l'inverno e e all'inizio della primavera, quando le temperature nella stratosfera scendono al di sotto dei 78°C. Sono costituiti da cristalli di ghiaccio che riflettono e rifrangono la luce, producendo i colori brillanti e cangianti della madre perla. 
 
Queste foto sono state scattate tra il 26 e il 29 luglio.  La sfocatura naturale delle nuvole può farle apparire come "bolle di sapone sbavate".
 

 Iceberg A23a

Da "Domani" - 12/08/2024 - Luigi Bignami
 

Cosa sta succedendo all'iceberg più grande al mondo? A23a, questa è la sigla che lo individua, da mesi gira su se stesso, appena a nord dell'Antartide, quando in realtà dovrebbe muoversi seguendo la corrente oceanica più potente della Terra.

Sembrava davvero un mistero irrisolvibile, ma ora gli scienziati sostengono che il grande iceberg è rimasto intrappolato in un enorme cilindro d'acqua che ruota su se stesso. È un fenomeno che gli oceanografi chiamano "Colonna diTaylor" ed è possibile che A23a non sfuggirà al suo carceriere per numerosi anni a venire. Spiega Mark Brandon, della Open University, oceanografo polare: «Di solito si pensa agli iceberg come a qualcosa di transitorio, si pensa che velocemente si frammentano e si fondono. Spesso è così davvero, ma non questo caso. A23a è l'iceberg che si rifiuta di morire››. La longevità dell'iceberg è ben documentata. Si è liberato dalla costa antartica nel 1986, ma poi è rimasto quasi immediatamente incastrato nei fanghi del fondale del Mare di Weddell. Per tre decenni è stata una "isola di ghiaccio" statica. Non si è mossa. Solo nel 2020 si è disincagliato e una volta tornato a galleggiare ha cominciato a spostarsi verso nord, dapprima molto lentamente, poi un po' più velocemente verso acque più calde.


 

All'inizio di aprile del 2024, A23a è entrato nella Corrente circumpolare antartica (ACC), un "fiume" oceanico di immense proporzioni, il quale sposta attorno al globo una quantità d'acqua cento volte superiore a quella di tutti i fiumi della Terra messi insieme. Si pensava che a quel punto la corrente lo avrebbe spinto velocemente, nonostante la sua massa da quasi mille miliardi di tonnellate, verso l'Oceano Atlantico meridionale, dove sarebbe "morto". E invece A23a non è andato da nessuna parte. È rimasto e rimane al suo posto appena a nord delle Isole Orcadi Meridionali, girando in senso antiorario di circa 15 gradi al giorno. E finché continuerà così, il suo decadimento e la sua eventuale fine saranno ritardati e forse di molto. (…)Ciò che lo blocca è un vortice descritto perla prima volta negli anni Venti dal fisico Sir Geoffrey Ingram Taylor. Egli dimostrò come una corrente che incontra un ostacolo può, in circostanze opportune, dividersi in due flussi distinti, generando tra di essi una massa d'acqua rotante che può interessare l'intera colonna d'acqua sovrastante. ln questo caso, l'ostruzione è una protuberanza larga 100 chilometri che si trova sul fondale oceanico, nota come Pirie Bank. E per pura coincidenza A23a è finito all'interno del vortice ed è ora suo prigioniero. Per quanto tempo il grande iceberg continuerà a comportarsi come una trottola? (…)Dunque la trottola A23a potrebbe rimanere in quella situazione per diversi anni ancora. Ma non solo, tutto ciò ha ricadute anche sul sistema climatico: sono gli spostamenti delle masse d'acqua infatti, che aiutano a disperdere l'energia termica in tutto il pianeta. ll comportamento di A23a è stato spiegato grazie al fatto che il fondale oceanico appena a nord delle isole Orcadi Meridionali è abbastanza ben studiato. Ma per il resto dei fondali marini la situazione è ben diversa. Attualmente, solo un quarto dei fondali marini della Terra è stato mappato in modo da poter capire quale può essere la loro influenza sui grandi movimenti d'acqua del nostro pianeta.

Foto di G. Scotto di Clemente - 2007